Ancora tempo. In una crisi che non finisce mai, Sergio Mattarella dà ancora qualche ora a Lega e M5S per verificare se può partire il governo giallo-verde. Dopo aver ricevuto due volte Carlo Cottarelli e una volta Luigi Di Maio al Quirinale, il Capo dello Stato concede l’ennesimo supplemento di indagine per evitare elezioni anticipate. E dunque valuta «con grande attenzione» la proposta avanzata dal leader grillino di un nuovo tentativo del governo guidato da Giuseppe Conte, con uno spostamento di Paolo Savona dal ministero dell’Economia ad un altro dicastero. Un’opzione che era già stata esaminata la scorsa settimana nelle telefonate tra partiti e Quirinale, fino al colloquio informale avuto da Sergio Mattarella prima con Matteo Salvini e poi con Luigi Di Maio domenica scorsa. Ma domenica sia il leader leghista che quello pentastellato avevano respinto la possibilità. Ora Di Maio ha rilanciato pubblicamente l’ipotesi, invitando così Salvini a esprimersi. Il leader leghista non si è mostrato convinto dell’ipotesi, e anzi ha usato toni duri, da campagna elettorale: «Non capisco la scelta di cedere ai veti di Berlino, quando i tedeschi invadono non è mai buon segno». Ma allo stesso tempo ha lasciato aperto uno spiraglio: «Sto riflettendo, la porta non è stata mai chiusa».
M5S. No però da M5s all’ipotesi di un ministero a Fratelli d’Italia. Dai vertici dei 5 stelle trapela la notizia che qualora il leader della Lega Matteo Salvini dovesse proporre un dicastero a FdI in un governo politico di 5 stelle e Lega, Luigi Di Maio rifiuterebbe. “Non si capisce perché a giochi fatti ora dovrebbe entrare Fdi nel governo” sottolinea un deputato pentastellato di peso. “La questione non è proprio all’ordine del giorno. Poi se vogliono darci l’appoggio esterno va bene” aggiunge la stessa fonte.
Cottarelli. Carlo Cottarelli, premier incaricato, ha fermato gli orologi e si è messo umilmente in attesa. Sul suo governo intanto erano circolate varie ipotesi: la più probabile è quella di una bocciatura della fiducia, visto che 5 Stelle e Lega insistono a ripetere il loro no. Però non si vede come allora si potrebbe evitare il voto entro l’estate. Così è circolata l’ipotesi della “non sfiducia”: un governo che nasce grazie all’astensione dei parlamentari. Un governo neutro che avrebbe solo portato alle elezioni (e che difficilmente potrebbe evitare l’aumento di 12 miliardi dell’Iva). Ma un governo pronto a farsi da parte, persino prima di nascere, se dovesse “risorgere” il governo politico di Giuseppe Conte.
Intanto la Conferenza Episcopale italiana chiede alle forze politica più rispetto e responsabilità e meno scontri. Il clima però resta quello che è: la Procura di Palermo ha indagato tre persone per le minacce social a Mattarella dei giorni scorsi.