by publisher | Dicembre 10, 2018 2:31 PM
Una settimana calda, se non caldissima, quella che si apre sulla legge di bilancio con il governo pronto ad andare a Bruxelles con una proposta su cui non intende arretrare. Non sarà un passo indietro, assicurano fonti della maggioranza, ma una rimodulazione per rispondere, anche se solo in parte, alle richieste avanzate dall’Ue. Sarà però l’ultimo e unico tentativo, anche perché tempo per trattare ne resta davvero poco.
Gli sforzi del governo rispetto all’impianto iniziale del testo ci saranno e saranno visibili proprio con l’esame in Senato, che inizierà oggi pomeriggio l’iter in commissione. Matteo Salvini, con toni più moderati del solito, assicura: «In Europa esercitiamo il buonsenso. È chiaro che se vado a Bruxelles e faccio due passi in avanti e mi mettono due dita negli occhi, non è un affronto al governo ma agli italiani». L’Unione, secondo il vicepremier, deve guardare ai gilet gialli, alla Francia, dove la povertà si è trasformata in protesta. «Vogliamo scene come quelle di Parigi? – chiede – Mi rifiuto di pensare che a Bruxelles per uno zero virgola mandino commissari e sanzioni». E sul 2,4? «Stiamo aspettando i numeri che ci forniranno i tecnici».
Sul taglio alle pensioni d’oro, però, Salvini frena: «Secondo me, la cosa che si può fare senza ricorsi e controricorsi, più che il taglio secco, si può bloccare l’adeguamento delle pensioni extra-ricche». Uno stop che non piace ai 5Stelle, che rilanciano: entro Natale arriveranno le misure sul reddito di cittadinanza e sulle pensione di cittadinanza, per essere operativi già a marzo. Insomma è evidente che, se i tecnici lavorano ai “numerini”, i vicepremier l’accordo politico non l’hanno ancora trovato. Le posizioni restano distanti e oggi Di Maio e Salvini torneranno a vedersi a Palazzo Chigi. Intanto il premier Conte dovrà incontrare il commissario europeo Jean-Claude Juncker
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