Focus sull’informazione italiana all’estero oggi nel terzo incontro tematico promosso dal Consiglio generale degli italiani all’estero, in plenaria rigorosamente online. Lavori divisi in due parti: la prima dedicata all’informazione, con il confronto tra i consiglieri, la seconda all’editoria e alla legge che la governa, con l’intervento del sottosegretario Andrea Martella.
Sottolineata l’importanza di comunicazione e informazione come “strumento di democrazia e di promozione del Sistema Paese”, il segretario generale Michele Schiavone ha aperto i lavori sottolineando che “mai come nell’emergenza che il mondo sta vivendo si è avuta la percezione dell’importanza di avere informazioni attendibili” e fruibili in tempo reale; si è avuta conferma, poi, che “nei vari Paesi ci sono professionalità, esperienze, strutture e strumenti che riescono a promuovere e a rispondere a questioni anche emergenziali”. Persone e testate che, però, “non sono inserite all’interno di un “sistema” dell’informazione e della comunicazione all’estero, che ha bisogno di costituirsi per promuovere l’italianità nel mondo”. Secondo Schiavone “la creazione di questo “sistema” consentirebbe anche l’interagire in maniera più strutturata con le istituzioni”. Grazie alle nuove tecnologie, poi, si avrebbe finalmente la tanta agognata informazione di ritorno.
Schiavone ha quindi citato le criticità sollevate dalla prima applicazione della nuova legge sull’editoria – che ha escluso dai contributi molte storiche testate all’estero – e la necessità di ripristinare la Commissione che affiancava il Dipartimento della Presidenza del consiglio nel vaglio delle richieste di contributi.
Prioritario anche iniziare un censimento dei media all’estero, nel senso più ampio del termine, territorio per territorio, così da creare un “sistema” composto da “esperienze diverse e diversificate”, così come lo sono le necessità nel mondo e da “comunicatori formati”.
“Trasparenza, credibilità e qualità sono le tre pre-condizioni da rafforzare” nel sistema-informazione all’estero, ha concluso Schiavone che ha quindi dato la parola al presidente della Commissione Informazione del Cgie, Giangi Cretti.
Per Cretti e la I Commissione – riunitasi ancora ieri pomeriggio – sono due i punti su il Cgie dovrebbe “concretizzare” la propria posizione.
Il primo riguarda il sito del Cgie: posto che “è sempre più necessario avere informazioni affidabili e di qualità, abbiamo chiesto al Comitato di Presidenza, ma ora lo ribadiamo a tutto il Consiglio generale, una riflessione sulla possibilità di creare accesso alle informazioni di natura istituzionale attraverso il sito del Cgie, che sarebbe così trasformato in una struttura che “intercetta” le informazioni, dall’Italia e dall’estero, le recupera e le redistribuisce nella cosiddetta informazione circolare”. Per farlo, ha aggiunto Cretti, “c’è bisogno di professionalità”, quindi, a monte, di interrogarsi sulla possibilità di “investire in un progetto strutturato”.
Il secondo punto riguarda la proposta di “fare una ricognizione dei media all’estero in ciascun territorio”, dalla carta all’online, passando da radio e tv anche sul web. Un’indagine che “coinvolgerebbe il Cgie e, su mandato della Dgit, soprattutto i Comites a cui sarebbe demandato, nei fatti, questa ricognizione da portare a termine entro tempi certi, così da “capire come è rappresentato il pianeta dell’informazione all’estero”.
Importante, per Cretti, anche riflettere su “cosa sia oggi l’informazione online. Chiunque può svegliarsi al mattino e pubblicare notizie sul suo blog: è informazione questa? Ci sono potenzialità da non sottovalutare ma sicuramente va circoscritto il perimetro che definisce l’informazione in rete”.
(ma.cip.\aise)